Intolleranze Alimentari

Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita dell'incidenza di intolleranze alimentari, strettamente legate al consumo di alimenti raffinati prodotti dall'industria e da stili di vita scorretti.

Il termine "intolleranza" è molto generico e non inquadra una patologia specifica; purtroppo negli ultimi anni è stata sfruttata questa terminologia un po' vaga per proporre svariati test di dubbio utilizzo per la "diagnosi delle intolleranze alimentari".

E' bene ricordare che questi tipi di test non sono affidabili cioè forniscono risultati poco accurati, portando quindi il paziente a credere di essere "intollerante " a svariati alimenti o a categorie di alimenti, con la conseguente esclusione dalla dieta del cibo incriminato e con il rischio di andare incontro a carenze e malnutrizione.

E’ bene quindi sottolineare che le i test validati scientificamente, cioè quelli che forniscono risultati attendibili si contano sulle dita di una mano e consentono la diagnosi di :

  • intolleranza al lattosio: in questo caso, abbastanza frequente, è sufficiente limitare gli alimenti a maggior contenuto di lattosio

  • allergia al nickel: spesso si tratta semplicemente di una allergia da contatto, che si verifica a livello cutaneo e seguito del contatto con la pelle di anelli, bracciali, creme...contenenti nickel. In qualche raro caso l'allergia al nickel è sistemica, cioè interessa anche l'"interno" dell'organismo e si rende necessario limitare anche gli alimenti ad alto contenuto di nickel.

  • allergie alimentari IgE mediate: sono allergie vere e proprie che coinvolgono l'attivazione del sistema immunitario. Sono quelle più pericolose per la salute (l'ingestione di un alimento a cui si è allergici nel peggiore dei casi può portare allo schock anafilattico) ed è necessario procedere escludendo totalmente dalla dieta l'alimento incriminato.

  • celiachia: il glutine contenuto nel frumento ed in altri cereali, nella persona celiaca risulta tossico e deve essere escluso completamente dalla dieta.

Le "intolleranze alimentari" non appartengono alle categorie descritte sopra, ma non vuol dire che non esistano anzi, sono anche più frequenti!

Quindi se un paziente riferisce che a seguito del consumo di pomodori o di pasta di semola si verifica gonfiore addominale, si può ipotizzare la presenza di una intolleranza che però, ad oggi, non è possibile diagnosticare con certezza.

 

Se sono intollerante a qualche alimento cosa posso fare?

 

A seguito di una attenta anamnesi alimentare, cioè una indagine delle tue abitudini alimentari, si valuterà se esiste un nesso tra la tua alimentazione ed i tuoi "sintomi". Verrà quindi fornita una dieta che non contenga gli alimenti che potrebbero causarti problemi e si programmerà una progressiva e graduale reintroduzione.

In questo modo migliorerai il tuo stato di salute e recupererai fiducia nel cibo, senza considerarlo come un nemico.

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